giovedì 19 giugno 2014

Il Progetto della Rete dei Prodotti a Denominazione Comunale

L’Associazione Italiana per la valorizzazione dei prodotti a denominazione comunale,  in sigla “Rete De.Co. Italia”, nasce per dare concretezza alle aspettative di tanti Sindaci e Amministratori locali che, nell’ultimo decennio, hanno aderito con entusiasmo al Progetto, proposto dall’Anci sulla base delle intuizioni di Luigi Veronelli, e in seguito si sono resi conto della sua operatività limitata, per vincoli normativi e per mancanza di un serio progetto unitario di marketing territoriale.
La RETE De.Co., pur non sminuendo il ruolo dell’Ente Comune, pone al centro dell’attenzione le aziende, anche piccolissime o micro,  alle quali viene offerta la possibilità di risolvere, gratuitamente attraverso i Partner del progetto, tutti i problemi relativi alla sicurezza sui luoghi di lavoro, alle certificazioni dei prodotti ed alla commercializzazione attraverso le piattaforme di commercio elettronico. 
PROMOTORI
I Promotori della RETE De.Co. sono :
1.      Fondazione Città Nuove;
2.      CEPA – Confederazione Europea Professionisti ed Aziende
3.      EFEI – Ente Bilaterale per la Formazione
4.      ISTICERT – Istituto Italiano di Certificazione
MISSION
Il progetto prevede le seguenti azioni:
- Attività divulgativa, da realizzare attraverso  i media tradizionali e la rete Internet,  per la maggior tutela e conoscenza della qualità dei prodotti agroalimentari tradizionali, da valorizzare mediante l’attribuzione del marchio De.Co.,  e delle risorse ambientali, paesaggistiche, artistiche e storiche dei territori di produzione degli stessi;
- Coordinamento  e/o organizzazione di manifestazioni promozionali, tecnico e culturali sui prodotti De.Co., realizzare opere divulgative, carte turistiche ed ogni altro contenuto multimediale volto alla conoscenza dei territori interessati;
- Promozione di manifestazioni collettive per favorire lo scambio di esperienze e la reciproca conoscenza tra produttori e visitatori dei Paesi e delle  Città nel cui territorio sono ubicate aziende di prodotti tradizionali De.Co.;
- Promozione, nei territori, di azioni di formazione, consulenza, sensibilizzazione, comunicazione in materia di identità/tipicità, nonché azioni di comunicazione e informazione presso l’opinione pubblica mirate alla conoscenza dei territori, dei centri storici e delle tradizioni e dei saperi locali;
- Promozione e sviluppo di studi e analisi finalizzati a favorire la conoscenza sui temi del marketing territoriale (promozione, tutela e valorizzazione delle identità/tipicità locali) e a supportare le amministrazioni nelle scelte decisionali in materia di sviluppo locale, turismo culturale ed enogastronomia di qualità;
- Ricerca di intese con istituti, associazioni, enti scientifici, culturali ed educativi, fondazioni e centri di ricerca e formazione, operanti sulle stesse tematiche in Italia e all’estero;
- Creazione di un portale web nazionale, nonché di alcuni portali regionali o tematici, per divulgare in rete tutte le notizie sui prodotti De.Co.;
- Creazione di uno o più  siti web di e-commerce per permettere anche alle piccole o micro aziende di vendere in rete i propri prodotti;
- Stipula convenzioni con Enti, Istituti e Professionisti per fornire supporto alle aziende per le certificazioni di qualità ed il marketing territoriale e  on line.
- Adesione ad Enti ed organizzazioni di carattere internazionale, nazionale, regionale e provinciale in armonia con i propri scopi statutari;
- Promozione marchio Rete “De.Co. Italia” attraverso la rete internet ;
- Promozione degli spazi web (www.retedecoitalia.it , www.decoitalia.it etc..) e dei negozi on line;
- Promozione degli spazi della Rete De.Co. sui social Network;
- Promozione della Rete e dei prodotti nelle principali Fiere in Italia ed anche all’Estero;
- Partecipazione ed organizzazione di eventi e sagre in tutta Italia.
- Creazione di siti e spazi web per le aziende aderenti;
- Promozione dei siti e dei negozi on line delle aziende aderenti.
PARTECIPANTI
·         Fondazione Città Future
·         EFEI – Ente bilaterale nazionale per la formazione
·         ISTICERT – Ente Italiano di Certificazione
·         CEPA – Confederazione Europea Professionale e Aziendale
·         Enti Pubblici (comuni, comunità Montane, Unioni di Comuni,  Gruppi di Azione Locale etc. )
·        Aziende interessate alla commercializzazione dei propri prodotti a Marchio De.Co.
RUOLI DEI PARTECIPANTI
·      La Fondazione Città Future sovrintende alla corretta attuazione del progetto e detta le linee di indirizzo per eventuali integrazioni ed arricchimenti dello stesso;
·  I Comuni istituiscono il Marchio De.Co, relativo al proprio territorio, e ne gestiscono l’assegnazione alle aziende che producono secondo il metodo tradizionale, codificato in apposito disciplinare;
·   Gli Enti Pubblici promuovono le attività della Rete De.Co. nell’ambito dei propri territori di competenza;
·    Le aziende si impegnano a produrre nel rispetto dei disciplinari approvati dai comuni ed a mettere in vendita il prodotto anche attraverso le piattaforme on line e i siti della Rete De.Co. Italia;
·    L’EFEI si impegna a curare gratuitamente  la formazione del personale delle aziende e dei titolari;
·       L’ISTICERT si impegna gratuitamente a contribuire al miglioramento della qualità delle aziende e dei loro prodotti attraverso il rilascio delle certificazioni di qualità dei prodotti e dei processi produttivi;
·      La CEPA si impegna a promuovere la vendita dei prodotti attraverso piattaforme e negozi on line. Per la vendita dei prodotti sarà trattenuta una percentuale in modo da coprire tutte le spese di gestione dei siti di e-commerce;

I partner dell'associazione Rete De.Co. Italia

La novità del progetto Rete De.co, e la sua forza propulsiva, è nella presenza di alcuni partner tecnici in grado di accompagnare anche piccolissime imprese nell’affacciarsi in un mercato globale, quale è quello sul Web. I partner selezionati sono i seguenti:
L’ISTICERT S.rl, organismo italiano di certificazione, che delinea la propria mission nella volontà di contribuire al miglioramento della qualità delle imprese, dei loro prodotti o dei servizi da esse erogati attraverso il rilascio di certificazioni di qualità.
L'ENBLI - Ente Bilaterale per la Formazione - che curerà gratuitamente la formazione dei titolari e dei dipendenti delle aziende e assicurerà la consulenza in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.
La C.E.P.A. - Confederazione Europea Professionale e Aziendale - che  per valorizzare le attività e per rappresentare gli interessi economici delle imprese, attuerà a vantaggio degli aderenti le seguenti attività:
- Gestione e avvio d’impresa
- Internazionalizzazione delle PMI
- Servizi Amministrativi
- Servizi del personale
- Credito e finanziamenti
- Formazione – Fondo Interprofessionale
- Servizi per la competitività
- Ambiente e sicurezza
- Patronato
- Caf 
- Ufficio Legale e Ufficio Vertenzeuropea

mercoledì 18 giugno 2014

I Prodotti a denominazione comunale

Il noto giornalista Gino Veronelli, cultore dell’enogastronomia italiana, fu il primo a sostenere che i prodotti tipici sono l’essenza e l’emblema del territorio comunale dal quale provengono; li definì “prodotti a denominazione comunale” da valorizzare opportunamente in quanto, questi prodotti, non avendo le caratteristiche richieste dalla normativa comunitaria, non avrebbero potuto fregiarsi dei marchi di tipicità e di qualità europei  DOP, IGP, STG.
L’intuizione di Veronelli venne accolta dall’ANCI che propose il “Marchio D.E.C.O. (Denominazione Comunale di Origine) ed il format per le delibere di consiglio comunale per l’approvazione e l’istituzione delle De.c.o. nei singoli comuni. L’idea della Denominazione Comunale di Origine si diffuse rapidamente, ma venne bloccata sul nascere dal Ministero dell’Agricoltura per presunta incompatibilità con le norme comunitarie sulla denominazione di origine. Veronelli ed i suoi seguaci cercarono di giungere ad una soluzione compromissoria col Ministero, che nel 2005 si manifestò con la volontà di attribuire a questi prodotti, tipici ma privi di tutela e riconoscimento normativo, la Denominazione Comunale (privata della parola “origine”) che doveva fungere da strumento di valorizzazione e marketing territoriale, con l’obiettivo di censire le produzioni caratteristiche di un territorio. Dal 2005 il progetto veronelliano non ricevette alcun riscontro normativo, e l’idea che aveva mosso l’ANCI si concretizzò in numerose iniziative autonome e differenziate in tutta la penisola con l’attribuzione di De.c.o., De.Co. o Deco.
L’ANCI abbandonò il progetto De.c.o. e lo trasformò in “Res tipica”, attivando le cosiddette associazioni comunali “di identità” quali, solo per fare alcuni esempi, le Città del vino, Città dell’olio, Città del pane, Città dei sapori, Città della Castagna, alcune delle quali operano efficientemente sul territorio. E’ancora ignoto quale fu il vero motivo che determinò l’abbandono del progetto De.c.o. dall’ANCI e dal Ministero dell’Agricoltura, molto probabilmente fu determinato dal fatto che vennero tralasciati alcuni aspetti tecnici e procedurali che ne avrebbero permesso il decollo, mentre predominarono gli aspetti giornalistici e pubblicitari dell’iniziativa; inoltre le delibere comunali di adozione della De.c.o. erano molto generiche e prevedevano meccanismi lineari ma poco efficaci e concreti. Ma la problematica principale stava nel fatto che, con molta superficialità, si parlava in ambito De.c.o. di “prodotti tipici”, di “prodotti di qualità”, di “qualità legata all’origine”, di “certificazione”; ciò determinava quell’incompatibilità normativa, giustamente contestata dal Ministero competente, anche se fondata su un’interpretazione autentica restrittiva della norma (visto che la De.c.o. non era un “marchio di qualità”) basata su una rigida interpretazione ed applicazione dei regolamenti comunitari di riferimento sulla tipicità e la denominazione di origine (Reg. Ce 2080/91 e Reg. Ce 2081/92, oggi Reg. UE 510/2006). Contemporaneamente però sul sito del Mipaaf i Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT), censiti nell’ Albo specifico (D. lgs n.173/98 e DM n. 350/1999), venivano ingiustamente definiti “tipici”, ed il Ministero competente, in modo incontestabile, spesso ha cofinanziato in convenzione la
valorizzazione dei prodotti “Presidio Slow Food”, i quali nella loro denominazione prevedono i nomi geografici di provenienza.
Questa apparente incongruenza sulle De.c.o. avrebbe potuto essere superata applicando correttamente le norme a favore della valorizzazione delle produzioni agricole, agroalimentari, tradizionali da parte dei comuni, non rendendo vani gli sforzi e gli obiettivi dell’ANCI e delle numerose personalità, amministrazioni comunali ed associazioni che diffusero e difesero l’idea della “denominazione comunale” ed il “Progetto De.c.o.”.
Il progetto De.c.o. è ancora attuabile ed è compatibile con la normativa vigente, ed alcune iniziative concrete, attuate in tutta la penisola italiana, ne sono la testimonianza e sono da considerare esempi positivi dal punto di vista legislativo e tecnico- amministrativo, in grado di realizzare gli obiettivi del progetto De.c.o. (fuoriuscita dall’anonimato dei prodotti del territorio, valorizzazione reale lungo la filiera, maggiore valore aggiunto dovuto proprio al marchio ed al piano di comunicazione correlato, stimolo nei confronti dell’associazionismo e della cooperazione, attuazione concreta del marketing territoriale ed identificazione del prodotto con il territorio comunale e la sua storia, promozione del territorio e delle sue risorse, realizzazione di economia, occupazione ed indotto locale, salvaguardia della biodiversità). Quindi si può liberamente parlare di De.c.o., basta prestare attenzione alle definizioni di essa ed affrontare l’argomento in maniera tecnica e procedurale coerente rispetto alla normativa vigente. Con le opportune cautele ciò poteva essere fatto originariamente, ma il contesto odierno nazionale e comunitario è cambiato e si presta meglio  a determinati ragionamenti per la creazione di un percorso di sviluppo integrato comunale che preveda la De.c.o. ed il marketing territoriale come fattori per lo sviluppo del territorio.
Oggi in Italia si parla di De.Co. perdendo “l’origine” nella qualificazione del prodotto, ma ciò che identifica, caratterizza, differenzia e rende unico il prodotto è la sua provenienza, che lo lega ad un determinato territorio comunale di cui ne è emblema, essendone dunque “prodotto identitario ed esclusivo”.
Riprendendo l’idea originaria dell’ANCI, nel rispetto della normativa vigente, bisogna chiarire che i prodotti De.c.o. non possono essere definiti prodotti di qualità o prodotti tipici; la loro origine non è tale da determinarne una qualità maggiore e le loro caratteristiche qualitative e la loro “reputazione” non dipendono dall’origine; il loro marchio non ne dimostra una qualità maggiore ma semplicemente la provenienza; il marchio è privato (“private label” comunale) e ad uso collettivo previa concessione; il comune non certifica alcun tipo di qualità ma attesta, previo controllo e verifica, l’origine del prodotto e le sue caratteristiche rispetto al Disciplinare (un ente terzo di certificazione potrebbe però validare il Disciplinare stesso); l’istituzione della De.c.o. da parte di un Comune, oltre che percorso di sviluppo e di marketing territoriale è strumento di valorizzazione e di censimento delle produzioni agroalimentari ed artigianali locali; la De.c.o. è attribuibile a produzioni agricole, agroalimentari ed artigianali ma è da evitare accuratamente l’attribuzione di marchio De.c.o. a vini, oli, ed altri prodotti che già sono a marchio DOP, IGP, STG, IGT, DOC.
Non esiste una norma che definisca la De.c.o. , ma numerose leggi la supportano e consentono di dimostrarne la legittimità di essa. La normativa a supporto della De.c.o. è la seguente:
“- La L. 8 giugno 1990 n. 142 (e successiva legge del 3 agosto 199 n. 265) che consente ai comuni la facoltà di disciplinare nell'ambito dei principi sul decentramento amministrativo, la materia della valorizzazione delle attività agroalimentari tradizionali che risultano presenti nelle realtà territoriali;
- Sulla scorta delle sentenze della Corte di Giustizia europea del 1991, del 1992 e del 1998 (rispettivamente denominate "Torrone di Alicante", "Exportur" e "Birra Warsteiner"), anche un prodotto Deco può essere inteso quale prodotto a marchio ad "indicazione di origine geografica semplice" da tutelare (senza implicazioni di rapporti tra le caratteristiche del prodotto e la sua origine geografica) e quale prodotto da censire opportunamente e salvaguardare dall'eventuale estinzione in quanto ad alta valenza di biodiversità.
- Il D. Lgs 18 agosto 2000 n. 267 (artt. 3 e 13) e la LEGGE COSTITUZIONALE n. 3 del 18 ottobre 2001, che consentono ai Comuni di tutelare e garantire i diritti e gli interessi pubblici derivanti dalla presenza di espressioni popolari riguardanti le attività agroalimentari, in quanto rappresentative di un rilevante patrimonio culturale;
- Il D. Lgs. 228/01 (Legge di orientamento in agricoltura) in merito alla tutela dei territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, per cui il Comune è tenuto a tutelare e a garantire il sostegno al patrimonio di tradizioni, cognizioni ed esperienze relative alle attività agroalimentari riferite a quei prodotti, loro confezioni, sagre e manifestazioni che, per la loro tipicità locale, sono motivo di particolare interesse pubblico e, come tali, meritevoli di valorizzazione;
- La recente Comunicazione della Commissione UE denominata "Pacchetto qualità" (GUCE 2010/C 341 del 16 dicembre 2010) inerente alle nuove disposizioni relativamente ai sistemi di certificazione ed alle indicazioni facoltative e di etichettatura che conferiscono valore aggiunto alle proprietà dei prodotti agricoli ed alla loro commercializzazione;
- Gli obiettivi della recente Legge 18 gennaio 2011 su "Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari" (ex ddl 2260/2010) che prevede, tra l'altro, per i prodotti non trasformati l'indicazione del luogo d'origine ovvero il Paese di produzione e per i prodotti trasformati l'obbligo di indicare il luogo dove è avvenuta l'ultima trasformazione sostanziale e il luogo di coltivazione o allevamento della materia prima agricola prevalente utilizzata.
- Varie leggi regionali volte alla valorizzazione delle produzioni locali e caratteristiche (a volte intese quali “tipiche”, oppure “di nicchia” o “di eccellenza”), alla valorizzazione della filiera corta e a chilometro zero, all’incremento del consumo di prodotti regionali da parte di strutture collettive di ristorazione pubbliche e private, alla tutela del territorio rurale agricolo vocato, alla tutela e valorizzazione del territorio di origine dei prodotti dal punto di vista anche ambientale. Quest’ultimo è il caso dei prodotti a marchio DOAG (Denominazione di Origine Ambientale Garantita) recentemente introdotto dalla Regione Campania.”
Assodato che la De.c.o. è giuridicamente possibile, l’approccio ad essa da parte di un’amministrazione comunale non può prescindere dal supporto di tecnici ed esperti in grado di formulare Regolamenti (di istituzione della/e De.c.o., di uso del marchio, di istituzione del registro comunale, ecc.) normativamente incontestabili, e Disciplinari di produzione degni di questo nome. Difficilmente un Comune, solo con le proprie risorse interne, potrebbe ottemperare alla redazione dei regolamenti ed alla pianificazione e realizzazione di un necessario piano di marketing e comunicazione riguardante il binomio “prodotto De.c.o.-Territorio”, senza il quale il prodotto De.c.o. rimarrebbe solo l’oggetto di una delibera di consiglio comunale, destinata ad essere disattesa e dimenticata, così com’è stato in passato. L’aspetto più importante sta nel riuscire a far emergere i prodotti che diventano De.c.o. creando le condizioni affinché vengano commercializzati e promossi in quanto tali: prodotti reali e che si possono acquistare, con  grande beneficio dell’economia rurale e territoriale .Tutto ciò collima con la suscettibilità di coloro i quali pensano ancora oggi che la “deco” debba essere solo una “filosofia” o un aspetto “culturale” non speculativo, privi di concretezza e risultati economicamente apprezzabili. Ogni prodotto ed ogni territorio esprimono un’identità culturale e gastronomica ed insieme costituiscono il grande patrimonio della cultura culinaria ed enogastronomica italiana. Forse le De.c.o. sono espressione di questa unione delle molteplici tradizioni comunali. Occorre però iniziare ad intendere in maniera univoca la De.c.o., offrendo un ulteriore strumento di crescita, d’immagine ed economica, ai Comuni. Valorizzando i prodotti non solo da un punto di vista culturale, ma soprattutto creando le condizioni per la loro commercializzazione, in grado di portare ricchezza ai comuni d’origine del prodotto, ma soprattutto alle aziende produttrici di esso.

Azienda Agricola Carbone

Ferdinando e Nicola Carbone, a Laureana di Borrello coltivano più di 60 ettari di oliveto realizzati e condotti prima da nonno Nicola e poi da papà Pasquale, nella fertile località “Piani Marzano” sin dal 1950. 
L’immenso “bosco degli ulivi” che caratterizza con i suoi grandiosi patriarchi vegetali il paesaggio reggino ai piedi dell’Aspromonte, si affaccia sulla Piana di Gioia Tauro e ospita cultivar sia tradizionali che autoctone come Ottobratica, Sinopolese, Roggianella, Nocellara, Tombarello, Ciciarello. L’Azienda Agricola Carbone sorge su un antico villaggio rurale tra gli uliveti secolari di Ottobratica, Tombarello, Ciciarello e quelli più recenti con varietà diCoroneiki e Nocellare.
Varietà dalle quali si ottengono importanti olii extravergini di oliva, grazie all’impegno di aziende agricole  consapevoli e innovative che producono, conservano ed imbottigliano con cura olio di alta gamma, anche biologico e con rintracciabilità certificata.
Nicola è l’esperto olivicoltore il quale, con grande competenza e professionalità, cura l’aspetto agronomico e gestisce l’attività agricola nel rispetto dell’ambiente e della qualità garantita. Ferdinando si occupa della gestione del frutto, della sua trasformazione, buona conservazione ed imbottigliamento, oltre a curare il marketing e la commercializzazione. Entrambi puntano alla produzione di alta qualità investendo risorse ed e
nergie, confrontandosi di continuo ed affidandosi a tecnici qualificati.
SUA ECCELLENZA L’OLIO CARBONE
Il punto di forza dei fratelli Carbone è la concezione  dell’olio di oliva non più come semplice condimento, ma come  prodotto con dignità a sè stante, esattamente come avviene per il vino. Qualità aziendale e innovazione produttiva nel solco della tradizione sono mantenute anche per l’estrazione e l’imbottigliamento dell’olio:molitura in giornata, gramolatura a freddo e a basso consumo di acqua, imbottigliamento anche in atmosfera controllata, il tutto con un sistema di tracciabilità certificato a garanzia del consumatore.
Su questi pilastri sono stati “progettati” ed ottenuti olii diversi, ognuno con una propria caratteristica e una filosofia specifica, tutti di elevata qualità. Particolare attenzione è stata rivolta dal mercato ad un “trittico di qualità”, quello delle originali coltivazioni dell’azienda Carbone, che sta riscuotendo successo anche fuori dai confini nazionali, in Brasile, in Giappone, negli Stati Uniti, nel Nord Europa.

Cresce, da parte del consumatore, la conoscenza dell’olio extravergine di oliva. Si ricerca ed apprezza il legame col territorio e con la tradizione che  conferiscono al prodotto della terra un grande valore aggiunto culturale: l’olio, principe della Dieta Mediterranea e alimento portatore di Valori.
Contatti
SOCIETA’ AGRICOLA CARBONE SAS
SEDE LEGALE
VIA:          
GIOVANNI XXIII°,6
CITTA’:    
DELIANUOVA – RC
TEL:  
+39 0966/991608
FAX:  
+39 06/233232386
Skype:
aziendaagricolacarbone
CENTRO AZIENDALE

VIA:          
CONTRADA TORRE
CITTA’:    
LAUREANA DI BORRELLO – RC
E-MAIL:  

Serfunghi

La Serfunghi di Calabretta Bruno sorge all’interno del parco nazionale delle Serre Calabre.
La struttura aziendale nasce nel 1995, in realtà le vere origini della Serfunghi risalgono al lontano 1964 quando, mio padre Raffaele rientrò a Serra San Bruno, dopo essere immigrato in Francia, decise di intraprendere una nuova avventura. Questo consisteva nella raccolta dei prodotti che la natura offriva, in particolare dei funghi.
Mio padre, diventato raccoglitore esperto di funghi, essiccava i funghi porcini stendendoli su delle reti e facendoli rimanere per alcuni giorni al sole.
Provò poi a conservare altri tipi di funghi in acqua e sale ottenendo un ottimo risultato.
Rientrato dall’America, dopo 15 anni, decisi di commercializzare questi prodotti, (insieme a mio padre) poiché i turisti che venivano a visitare la Certosa chiedevano spesso di assaggiare e comprare questi prodotti.
Così iniziai a preparare i funghi nei vasetti seguendo le più antiche tradizioni che mio padre mi trasmise e che io tuttora continuo a trasmettere ai miei figli.
Così oggi la Serfunghi conserva i miracoli creati dalla natura, senza conservanti aggiunti, con il sapore autentico e genuino e il gusto della tradizione.
Oggi la Serfunghi vanta una vasta scelta di prodotti tipici calabresi tra cui:
Funghi (freschi, secchi, congelati, sott’olio), antipasti sott’olio, melanzane, carciofi, pomodori secchi e verdi, olive d’ogni genere, paté (funghi, melanzane, carciofi, pomodori, olive, peperoncino, bomba Serrese, zucchine), spezie aromatiche, peperoncini ripieni, fragoline di bosco (fresche e congelate), salumi, formaggi e infine l’amaro ai funghi porcini.
La Serfunghi di Calabretta Bruno esegue la vendita all’ingrosso e al dettaglio di prodotti tipici Calabresi.

Sito web 
www.serfunghi.it

Salumificio Sila

Dal 1988, da un'antica tradizione familiare lunga decenni, nasce il Salumificio Sila Ilca.
Dalle antiche tradizioni calabresi e seguendo le tipiche ricette tramandate da generazioni, il Salumificio Sila produce salumi ricchi di sapore e gusto. Lo stabilimento di produzione è situato a Camigliatello Silano, in una posizione privilegiata, tra verdissimi boschi e vasti pianori, a ben 1300 mt di altitudine.
La scelta e selezione di carni suine pregiate, lavorate fresche, unite ai pregiati ingredienti aromatici e sottoposte ad una lenta stagionatura, conservano intatta la genuinità degli antichi sapori.
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Salumificio San Giacomo

Il salumificio San Giacomo ha sede nella zona industriale del comune di Cicala in contrada Milocca.
Contatti
Telefono 0968 85247
Cellulare 334 6124623 e 339 2844123